La serigrafia è una tecnica di stampa molto diffusa nata per riprodurre una qualsiasi immagine su qualsiasi materiale e consiste nel trasferire il colore attraverso l’uso di un tessuto di stampa teso all’interno di una cornice. È conosciuta generalmente per lo stampaggio di immagini su magliette ma il suo campo di utilizzo è molto più vasto, ad esempio nella pubblicità, nel business e nel mercato dell’arte.
Nel processo di serigrafia uno strumento molto importante è il Retino serigrafico, ossia quell’effetto che si utilizza proprio per ottenere sfumature sul disegno da riprodurre. La scelta del giusto retino serigrafico è un tasto dolente per tutti i serigrafi o aspiranti tali, perché non esiste una formula precisa se non qualche indicazione puramente teorica. La prima cosa da capire è sicuramente che effetto vogliamo ottenere e quindi scegliere il giusto retino in base a tutte le variabili del caso, la pena per una scelta non ponderata può essere ad esempio il curioso e odiato effetto moiré.
L’ Effetto Moirè è un fenomeno ottico che può rovinare le stampe serigrafiche con il retino serigrafico, che sorge ogni volta che il rapporto tra il numero di fili della tela e la lineatura del retino diventa critico; Un’altra variabile è l’angolatura tra retino geometrico e orditura del tessuto. Il risultato sarà una stampa finale senza densità di colore uniforme, ma ondulata e con una certa regolarità geometrica. Ovviare a questo specifico errore è possibile utilizzando frequenze tra loro compatibili, che non vadano quindi in risonanza, arrivando a creare criticità, magari utilizzando un retino stocastico invece di uno classico basato quindi sulla distribuzione random o semi random dei punti che compongono il retino di stampa. Qualunque sia la scelta è bene considerare che I parametri di un classico retino geometrico sono: la lineatura (quanti punti per cm), l’inclinazione rispetto alla trama del tessuto del telaio e la dimensione.